Collaborazioni

Lorenzo Arruga

Nel 2016, in occasione del 400 anniversario della morte di William Shakespeare, si realizza la messa in scena dello spettacolo ideato da Lorenzo Arruga Lascia pur che il mondo giri, con la scelta di testi da commedie e drammi shakespeariani e la regia di Arruga e le musiche originali della compagnia dei King's men orchestrate da Azio Corghi.

Una prima presentazione dei materiali in forma di lettura si tiene a Milano in Palazzina Liberty il 23 aprile, ed una ripresa, più lavorata e maturata, si realizza al Ravenna Festival in dicembre, con repliche al Teatro Alighieri di Ravenna il 13 (2) e 14, e al teatro di Russi il 16 (2)

M. Fedrigotti è coinvolto come direttore del gruppo strumentale di Milano Classica e come orchestratore ed elaboratore e compositore di alcuni brani aggiunti.

 

Gli attori protagonisti e coinvolti nelle due produzioni:

Benedetta e Beniamino Borciani, Stefania Medri, Martino Dondi(*), Ruggero Dondi (°), Andrea Coppone (°) , Giulia Eugeni (*) Lucrezia Piazzola (*), Lorenzo Arruga (*).

I musicisti:

Lello Narcisi, flauto; Luca Avanzi, oboe; Giacomo Cella (°), Leonardo Dosso (*) fagotto; Brunello Gorla (°), Massimo Mondaini

(*) corno; Michelangelo Cagnetta (°), Liana Mosca (*) violino, Claudia Brancaccio (°), Gianni De Rosa (*), viola, Marcello Scandelli, violoncello; Matteo Savio, percussioni. Michele Fedrigotti, virginalista e direttore.

° (Milano)

* (Ravenna)

LETTURA APERTA ALLA PALAZZINA LIBERTY MILANO

Ravenna Teatro Alighieri e Russi (Ra). Un viaggio alla scoperta dell’epoca d’oro del teatro inglese con  Lascia pur che il mondo giri di Lorenzo Arruga. Martedi 13Venerdì 16 dicembre il Teatro Alighieri di Ravenna e il Teatro Comunale di Russi (ore 20.45) ospitano quella che il suo creatore definisce una “antica novità”, a celebrare il quarto centenario della morte di Shakespeare riportando sul palco le canzoni e le musiche di scena della compagnia The King’s Men, per cui il Bardo  scrisse e recitò e che fu protetta e stipendiata dal successore di Elisabetta I, Giacomo I Stuart. Nell’opera si incontrano il patrimonio, già conosciuto e amatissimo, delle parole del Bardo e quello, assai meno conosciuto eppure affascinante, delle musiche che al tempo accompagnavano quei testi.

Lascia pur che il mondo giri è un vero e proprio mondo sonoro e un’occasione per riscoprire tutta la musica di Shakespeare in uno spettacolo che raduna, nelle parole di Arruga, “momenti di grande bellezza, nei testi inarrivabili e nelle musiche suggestive sconosciute, e la possibilità di far sperimentare un rapporto che non si riscontra abitualmente fra le due realtà”. Quest’inedito incontro fra musiche ed episodi dai capolavori shakespeariani è orchestrato dal noto critico musicale e musicologo (ma anche musicista, teatrante, docente…),  che in oltre 40 anni di attività ha firmato articoli, libri, libretti, traduzioni, invenzioni, filmati, spettacoli, cicli radiofonici e televisivi, sempre con passione e ironia.

Per comporre quella che – l’autore sottolinea – è un’avventura piuttosto che un’antologia, le canzoni sono state tradotte mantenendo la naturalezza dell’eloquio, con attenzione alla commistione di metrica e di prosa propria del linguaggio shakespeariano e con l’aggiunta o rivisitazione di alcune canzoni, mentre le musiche saranno eseguite nella strumentazione, completata e riveduta, di Azio Corghi nello stile musicale d’epoca elisabettiana. Dalle scoperte della filologia storica, che ha riportato alla luce le canzoni dei King’s Men, la musica di Shakespeare – quella composta per l’occasione, quella già nota e riadattata, quella di repertorio… – arriva sul palcoscenico grazie a una curiosa compagnia (Benedetta Borciani, Stefania Medri, Lucrezia Piazzola, Beniamino Borciani e Martino Dondi, e lo stesso Arruga nel ruolo di capocomico) di cabarettisti, cantanti, attori classici e d’avanguardia, mimi e strumentisti avvezzi al barocco e alle partiture d’oggi (l’ensemble Milano Classica & Trio Il Furibondo guidato da Michele Fedrigotti). Su una scena essenziale – realizzata, come i costumi, da Lucia Giorgio – sospesa fra un prato e un cielo, la musica ha insieme “il sapore dell’antico e la prontezza delle cose inventate poche ore fa”.

Con il ritmo trascinante d’una ballata, lo spettacolo attraversa disinvolto episodi dai grandi capolavori shakespeariani – da Macbeth a Re Lear, da La bisbetica domata a Il mercante di Venezia - che si richiamano l’un l’altro, si contrastano, tracciano una drammaturgia che finisce per rispecchiare la storia dell’incontro fra una giovane Compagnia e un Maestro irraggiungibile eppur vicinissimo. Quello Shakespeare che dopo 400 anni ancora scrive per ciascuno di noi, come se tutto sapesse del nostro mondo e del nostro cuore.

Perché “Amiamo Shakespeare. Niente da studiare, niente da spiegare. Ci prende lui, con le sue storie, i personaggi, le idee. Ogni cosa per ciascuno di noi, con la libertà di riceverla ciascuno a modo suo.  Questa volta anche con le sue canzoni.”  In breve, Shakespeare come lo voleva lui.

Lo spettacolo arriva all’Alighieri martedì 13 dicembre

Martedì 6 dicembre alle 17.30 (Sala Corelli del Teatro Alighieri, ingresso libero) l’appuntamento di apertura di “Prima dell’opera” – il ciclo di incontri organizzato in collaborazione con la Società Dante Alighieri – sarà dedicato alla presentazione di “Lascia pur che il mondo giri”, relatore il noto critico musicale e musicologo Lorenzo Arruga, in questo caso anche nei panni di autore dello spettacolo. In oltre 40 anni di attività sui giornali nazionali, pubblicazioni, invenzioni con testi e musiche, spettacoli, cicli radiofonici e televisivi, la voce di Arruga si è sempre distinta per passione, ironia e capacità di coinvolgere il pubblico.

Doti che contribuiranno a rendere la dedica di “Lascia pur che il mondo giri” a Shakespeare, a 400 anni dalla morte, una sorprendente esperienza nel mondo sonoro delle canzoni e musiche di scena della compagnia The King’s Men, per la quale il Bardo scrisse e recitò. “Amiamo Shakespeare”, Arruga candidamente dichiara, “Niente da studiare, niente da spiegare. Ci prende lui, con le sue storie, i personaggi, le idee.”

L’appuntamento di “Prima dell’opera”, che precede l’arrivo in scena al Teatro Alighieri martedì 13 dicembre (ore 20.30), sarà un’occasione per riflettere su quel patrimonio di parole e musiche che lo spettacolo raduna, non in un’antologia ma in un’avventura che ha il ritmo di una ballata e si muove disinvolta di episodio in episodio, attraversando i grandi capolavori shakespeariani da MacbethRe Lear, da La bisbetica domataIl mercante di Venezia. Le canzoni sono state tradotte mantenendo la naturalezza dell’eloquio, con attenzione alla commistione di metrica e di prosa propria del linguaggio shakespeariano e con l’aggiunta o rivisitazione di alcuni brani, mentre le musiche saranno eseguite nella strumentazione, completata e riveduta, di Azio Corghi.

Info: 0544249244 – www.teatroalighieri.org

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PHOTOGALLERY

TRAILER

RAPPRESENTAZIONE di RUSSI (RAVENNA)

PRIMA DELL'OPERA

FLYER ALIGHIERI

 

Lorenzo Arruga "firma" lo spettacolo dedicato a Shakespeare il 13 dicembre

Ravenna | 12 Dicembre 2016 CULTURA
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spettacolo del critico musicale Lorenzo Arruga che nella sua carriera ha spaziato dal teatro ai giornali, dagli spettacoli alle letture teatrali, dal Carnevale di Venezia alla direzione negli anni ‘80 di Ravenna in Festival (papà dell’attuale manifestazione ravennate). Del resto Arruga è stato proprio ospite di Ravenna Festival con uno spettacolo dedicato a Mozart ai chiostri della biblioteca Classense nel 2006.
La stagione di opera si apre quindi martedì 13 (ore 20.30) al teatro Alighieri di Ravenna con Lascia pur che il mondo giri: una serie di opere teatrali di Shakespeare presentate con le canzoni pensate proprio dal drammaturgo inglese. Le musiche sono tutte originali della compagnia per cui scriveva e recitava, i King’s Men.
Cinque attori in scena, accompagnati dall’ensemble Milano Classica & Trio Il furibondo diretti da Michele Fedrigotti; la drammaturgia e la regia sono di Arruga, che ci racconta il «suo» Shakespeare ed un sogno personale.
Quando ha incontrato Shakespeare per la prima volta?
«E’ rimasto talmente legato alla mia vita che non mi ricordo più quando è avvenuto. Però mi ricordo che quando sono andato a Stratford upon Avon dove è nato Shakespeare – era quando stavo cominciando a studiare le sue canzoni, avevo circa trent’anni – entrai nella sua casa e c’era una scrivania e una madia originali e mi chiesi: “Ma da quanto siamo amici?”».
Una canzone che le è particolarmente cara del Bardo?
«Sicuramente quella che dà il titolo allo spettacolo, Lascia pur che il mondo giri. Il mio complice in questa avventura è Azio Corghi, un grande musicista con cui lavoro da tempo e che mi ha detto un giorno “guarda te come attraverso quasi 50 anni che lavoriamo insieme questa canzone si è rivelata vera: tutto passa e ci si consola con l’amicizia e gli affetti”.  È stata una delle prime che ho tirato fuori. Queste canzoni sono state scritte per le pièce in alcuni casi, mentre altre sappiamo che le prendevano dal repertorio della compagnia».
Qual è l’attualità di Shakespeare?
«E’ pazzesca. Pensi che durante le prove dei cantanti per questo spettacolo, ma anche in altre occasioni in cui ho portato in scena alcune opere di Shakespeare, qualcuno, ad un certo punto, diceva “vi rendete conto che non è stata scritta stamattina?”».
Perchè, in un’intervista, ha scelto come pseudonimo quello di Werther senior. Pensa al suicidio come il personaggio di Goethe?
«È quello che mi distingue da lui. Io ho continuato a vivere».
Come si svolgerà lo spettacolo?
«La scena è fatta di niente, i protagonisti sono sempre sul palco. C’è il prato e il cielo, quando gli attori non sono sul prato è come se si trovassero fuori dalla scena. Piano piano che vengono eseguite le canzoni salgono i titoli delle pièce con lettere in legno tenute dagli attori. La scenografa Lucia Di Giorgio è giovane e bravissima.In pratica una compagnia di giovani attori scopre, e svela al pubblico, cosa può essere Shakespeare se ai suoi celeberrimi testi si affiancano quelle canzoni che lo stesso autore voleva e prevedeva per il suo teatro. La recitazione si intreccia al canto».
C’è qualcosa che manca al suo corposo curriculum?
«Ah si, mi piacerebbe tanto aver scritto una poesia come Mi illumino d’immenso. Beh, certo, punto in alto, ma si accorgerà che, a una certa età, nella vita non si può perdere tempo. Bisogna mirare in alto come Woody Allen quando diceva “bisogna avere dio come modello”».
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