Incontro con Chopin e il pianino Pleyel

Incontro con Chopin e il pianino Pleyel

L'interesse di fedrigotti agli strumenti storici in relazione al repertorio chopiniano non poteva prescindere dal pianoforte da Chopin più amato e riconosciuto e scelto come lo strumento più adatto ad esprimere la sua poetica. Non a caso le caratteristiche costruttive dei Pleyel non avranno, dopo la scomparsa di Chopin, particolari evoluzioni e modifiche, si può quasi dire che il Pleyel fosse il piano creato dal gusto del suono e del cantabile proprio di Chopin, il suo strumento.

Il pianino poi, piccolo, strumento "da casa", era ciò che Chopin utilizzava dando lezione, lasciando al coda gli allievi; fu lo strumento a lungo atteso a Majorca, comunque luogo di semplicità ed intimità poetica, estraneo allo sviluppo di suono e di struttura relativo alle grandi sale, cosa che invece realizzò, in quegli anni, Erard, anche in relazione al pianismo lisztiano.

Il fascino di un suono che evoca, al solo tocco, un altro mondo, ormai lontano ma così vicino all'anima, si esprime nel progetto, realizzato la prima volta per Pianocity 2017, di "Lesson chopiniana" nell'ascolto di brani adatti e in un racconto di alcune caratteristiche della scrittura di Chopin, ad indirizzare l'attenzione degli ascoltatori.

21 maggio 2017 Milano Pianocity

Teatro dell'arte - Triennale

Fedrigotti partecipa a Pianocity 2017, presso il Teatro dell'arte, il mattino di domenica 21, alle ore 10.00, con una "Lesson", nuova formula di Piano city, dedicata a Chopin ed al suo pianino Pleyel, suonando uno strumento del 1845 appartenente ad Alessandro Commellato.

Incontro con Chopin ed il pianino Pleyel

 

Il pianino Pleyel, strumento da casa, da viaggio (lungamente atteso per la permanenza invernale a Majorca nel 1838, arrivo' tardi, quasi al termine del soggiorno), da lavoro, era il luogo dal quale Chopin insegnava ai suoi allievi, impegnati su un pianoforte a coda.
Oggi lo incontriamo, in un esemplare del 1845, con la magia e la semplicità del suo suono, in un incontro con Chopin e la drammaturgia della sua scrittura.

"Se non ho una completa padronanza dei miei mezzi, se le dita sono meno flessibili, meno agili, se non trovo la forza di plasmare la tastiera secondo la mia volontà, di condurre e modificare il movimento dei tasti e dei martelletti come intendo io, allora preferisco un pianoforte Erard; il suono si produce da sé nella sua limpida brillantezza; ma se mi sento vigoroso, disposto a muovere le dita senza fatica, senza nervosismo, preferisco i pianoforti di Pleyel.
La trasmissione del mio pensiero, del mio sentimento è più diretta, più personale. Percepisco le mie dita in comunicazione più diretta con i martelletti, che traducono con esattezza e fedeltà la sensazione che desidero produrre, l’effetto che voglio ottenere
".
(Fryderyk Chopin)

 

 

 

Sulle "Lesson", la comunicazione di Pianocity recita:

Piano City 2017, il programma completo
L’inaugurazione toccherà .... omissis ....

Per chi vuole andare alla scoperta del mondo che si cela dietro le note, l’edizione 2017 offre le Piano Lesson. Al Teatro dell’Arte, in collaborazione con Corriere della Sera, sei incontri aperti a tutti per conoscere le storie, le tecniche, i trucchi del mestiere. Il primo appuntamento sabato 20 alle 11 sarà proprio con Chilly Gonzales. Sabato 20 alle 15 Michael Nyman tiene la Piano Lesson Lezioni di Piano, dal titolo del celebre film di Jane Campion di cui ha composto le musiche, svelando per la prima volta al pubblico i segreti di una colonna sonora di grande successo. Sabato 20 alle 16.30 Marco Fumo accompagna il pubblico di Piano City Milano alle origini del jazz a cento anni dalla morte di Scott Joplin. Domenica 21 alle 10, un pianino Pleyel, strumento da casa, da viaggio e da lavoro come quello con cui Chopin faceva lezione, è protagonista della Piano Lesson di Michele Fedrigotti dedicata al maestro del romanticismo. Alle 14 il pianista Emanuele Arciuli in “Musica americana: minimalismo e oltre” racconta la rivoluzione scatenata in musica da John Cage e la nascita del minimalismo, descrivendone l’influenza sulle musiche di oggi. Infine domenica 21 alle 16 Michele Campanella mostrerà come affrontare i Quadri di un’esposizione di Modest Mussorgsky, uno dei monumenti della letteratura pianistica.

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